WEB OF MODERN ART
Studio visit | Silvia Levenson
di Mario Chiodetti
Silvia Levenson vive in Italia dal 1980, quando con il marito e la famiglia fuggì dall’Argentina, per stabilirsi alla fine a Lesa, sul lago Maggiore, dove attualmente vive e lavora, quando non è in giro per il mondo a insegnare la tecnica di lavorazione del vetro e a parlare della sua esperienza.
STITCHER PODCAST
Talking out your glass
di Silvia Levenson
Silvia Levenson brings the black humor of the survivor into the domestic arena with a wit that tempers what might at first glance be shrugged off as simple, more caustic feminism. Hers is a tango danced by twin outsiders of the Venetian glass community: female artist/ kilcast glass. And to further insult the traditionalists, she concocts her iconoclastic cakes with American glass. – Lani McGregor, director, The Bullseye Connection.
EXCELLENCE MAGAZINE
Silvia Levenson, Vetro, lo spazio indicibile della memoria
di Pamela Campaner
C’è un conflitto nell’essenza del vetro, tra la sua forma e la sua trasparenza, tra ciò che si vede e ciò che si intuisce. Silvia Levenson dà forma al vetro e lo usa come una lente di ingrandimento per osservare da vicino un altro conflitto, quello che si consuma nelle famiglie e nella società. Una fragilità in equilibrio tra la violenza della storia e la libertà del futuro.
WALL STREET INTERNATIONAL
L’identità è un pezzo di vetro
di Raethia Corsini
C’è uno spazio inesprimibile nelle relazioni umane, un’interlinea tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo, il punto nel quale le tensioni precedono il deflagrare di un rapporto familiare, d’amore, di amicizia, di potere. Silvia Levenson – argentina emigrata in Italia trentacinque anni fa per fuggire dalla dittatura…
ART A PART OF CULTURE
L’identità narrata con parole di vetro
di Cristina Villani
Argentina (Buenos Aires, 1957), Silvia Levenson approda, con la propria mostra “Identidad Desaparecida” (a cura della stessa Levenson e di Elena Povellato, allestimento di Daniela Ferretti) al Museo del Vetro di Murano, un’istituzione per quanto riguarda la lavorazione artistica di questo materiale…
FRATTURA SCOMPOSTA
Buoni risentimenti
di Valerio Dehò
Sembra che tutto nel mondo di Silvia Levenson ruoti attorno ad un evento che ci è sconosciuto, qualcosa che le è appartenuto e si riverbera nel lavoro e nel tempo. Vi è una sorta di sorda oscurità, di risentimento mai celato nei confronti di tutto quello che appartiene alla famiglia, all’educazione oltre che alla condizione femminile donna che traspare in tutti i cicli di lavori. La felicità, almeno nella sua forma standard, da pubblicità di auto station wagon o da rivista di settore non solo è bandita, ma viene ridicolizzata e sovvertita. La famiglia ( proprio quella dell’artista) sorride inutilmente dalle foto di un Argentina sempre vicina, sempre lontana.
ART AUREA
Zerbrechliche Erinnerungen
Text Agata Waleczek
Flucht und Exil haben das Leben der Künstlerin Silvia Levenson nachhaltig geprägt.
1981 floh sie vor der Argentinischen Militärdiktatur nach Italien. Ihre Glasskulpturen sind aber weit mehr als Aufarbeitungen traumatischer Erlebnisse
Unter der Oberfläche des Alltäglichen und der Nostalgie lauert Gefahr. Sicher Geglaubtes wie das Zuhause oder die Kindheit bergen Schmerz und Schrecken – man muss nur genau hinsehen. Das ist Silvia Levensons bittersüßes Credo. Im vielschichtigen Werk der 1957 in Buenos Aires geborenen Bildhauerin liegen Un- schuld und Gewalt beunruhigend nah beieinander. Mit Glas hat sie das perfekte Medium für ihre Kunst entdeckt: ein verbreite- tes Material, das oft erst im zerbrochenen Zustand seine Gefähr- lichkeit offenbart. In Form von rosafarbenen Handgranaten und über Kinderfotos hängenden Messern weckt es bei vielen Be- trachtern ambivalente Gefühle. Auch weil man ahnt, dass hier Biografie und Fantasie – wie so oft – zusammenfließen.
GLASS ART MAGAZINE
Exploring the Dark Recesses of Human Relationships
by Colleen Bryan
Silvia Levenson’s kiln cast glass art is a conceptual examination of the muddy middle between political and personal landscapes. She examines the personal impact of violence from both political forces and intimate partners, as we humans strive to create the il- lusion of safety, security, beauty, and happiness amidst impending treachery and threat. Now living and working between her refuge in Italy and her birthplace of Argentina, Levenson speaks with the resonant voice of a global citizen. She addresses sweeping issues using a vocabulary of images and artifacts that are disarmingly commonplace and recognizable across continents and cultures.
Il trauma dell’infanzia smarrita
di Arianna Di Genova (11.08.2016)
Mostre. «Identidad Desaparecida», la personale di Silvia Levenson al museo del Vetro di Murano
All’inizio, può sembrare che qualcuno abbia semplicemente steso i panni. Vestiti per bambini, calzini, bavaglini sono tutti in fila, colorati allegramente, pronti per asciugarsi al sole, essere ritirati e riposti nei cassetti, piegati con gesti amorevoli. Ma una sensazione inquietante intrappola quel primo pensiero ingenuo: in fondo, non ci si trova su una terrazza, ma al chiuso, in una sala di museo. E quegli abiti senza padroni finiscono per agitare fantasmi e presenze perdute.
Poi se si volge lo sguardo a terra si vedono sedie vuote, altalene ferme da troppo tempo, scarpe dai piccoli numeri abbandonate.
GLASS ART MAGAZINE
“I see you are a bit nervous”: Silvia Levenson’s Glass Art
By Shawn Waggoner
Razor blades imbedded in wedding cakes. Knives hanging precariously above a cozy recliner. Shoes pierced with nails. Silvia Levenson does not claim her work is universal, but rather an intimate reflection of her own feelings about childhood, domesticity, travel and exile.
Though she lives and works in Italy, her work cannot be defined by the usual Italian glass parameters. There’s nothing shiny or exclusively beautiful about her mostly tongue-in-cheek cast glass.
As Italian critic Francesca Pasini, explains, “the cruelty” of Levenson’s imagery is made digestible by the fabulist render- ing of the subject matter. It is made further palatable by the humor beneath the darkness.
NEUES GLAS – NEW GLASS
Silvia Levenson
IDENTIDAD DESAPARECIDA
Ich bin 1957 in Buenos Aires in eine Generation hinein- geboren worden, die gegen schreckliches Unrecht an- kämpfte. Als das Militär 1976 die Macht im Land an sich riss, war ich 19 Jahre alt. Im August desselben Jahres kam meine Tochter zur Welt. Sie ist heute so alt wie vie- le der Jugendlichen, die auch damals geboren wurden, denen das Militär aber ihre biologische Identität geraubt hat. Damals wurden schwangere Gefangene nach der Geburt ihrer Kinder grausam umgebracht und die Neu- geborenen illegal zur Adoption weggegeben.
Die Ereignisse unter der Militärdiktatur zwischen 1976 und 1983 veränderten das Leben der meisten Argenti- nier. Auch auf mich als Künstlerin wirkten sie sich aus. Zwischenmenschliche Beziehungen, auch die zwischen Familie und Gesellschaft waren schon immer mein Thema.